Quando il marketing non è allineato con gli obiettivi aziendali?

Soprattutto quando si tratta di piccole e medie imprese, è fondamentale che ci sia una linea strategica tra gli obiettivi aziendali e la strategia di marketing se si vuole vedere un impatto positivo sul proprio ROI. Purtroppo, come spesso accade, il marketing viene considerato un dipartimento separato dalle vendite, anche quando si tratta di lead generation marketing, portandolo a diventare un qualcosa a se stante. Ecco 5 segnali d’allarme:

1.Il CEO vuole avere il controllo su tutto, anche dove non è esperto.

Molti CEO portano anche il cappello di CMO, o comunque tirano le fila della gestione strategica del marketing. Oggi bisogna essere dei professionisti del settore. I giorni dei semplici marketing mix, webinar e brochure sono finiti. Digitalizzazione, gestione degli algoritmi, martech, SEO, GDPR, analisi, social media e intelligenza artificiale, sono solo alcune delle attuali discipline richieste dal marketing di oggi. Per questo è importante investire nel marketing in modo intelligente. Se viene gestito da chi non è un marketer, può portare a bruciare cassa velocemente non solo senza avere ritorni economici ma subendo anche delle perdite.

2. Una cultura aziendale fatta di Pregiudizi e Falsi Miti.

Essendo una disciplina che si è evoluta molto negli ultimi anni, ci sono ancora molti bias che la coinvolgono. Ecco quelli che ho sentito più spesso:

• il marketing è tutta questione di creatività
• quello che conta è avere grafiche visivamente “carine”
• il contenuto non è poi cosi importante

Il successo del marketing, invece, è strettamente legato ai contenuti e alla capacità di analizzare i numeri.

3. Pensare che la “bellezza” sia la misura dell’efficacia del marketing.

Fare qualcosa di carino non è marketing; è design. L’estetica non dovrebbe mai essere la linea guida dell’impatto del marketing o della sua efficacia. Sì, un ottimo design può migliorare l’efficacia del marketing, ma solo con il duro lavoro a monte del marketing. Senza una segmentazione intelligente, una profonda comprensione dell’acquirente, un chiaro sviluppo della proposta di valore, una selezione dei canali e dei dati concreti, quello che è “carino” non funzionerà. L’efficacia si misura in base al volume di vendite, non dall’occhio di chi guarda.

4. Si pensa che Brand = Marketing

Tagline, loghi, font, jingle e brochure sono importanti ma non bastano. Non c’è mai stato un colore magico, un simbolo, un’immagine o una canzone che abbia fatto crescere un’azienda. Solo le persone lo fanno. Se ci restano in mente delle canzoni, dei colori o delle frasi di un brand, pensa a Nike con “Just do it”, vuol dire che il lavoro del markeing è stato geniale.

5. Considerare il marketing come un insieme di mode del momento.

Chi non è esperto ma curioso compra libri sul tema. Sfortunatamente, la maggior parte di questi libri sono solo filosofie riproposte trasformate in slogan e vendute come panacee sensazionalistiche. Queste mode forniscono un quadro tristemente incompleto del marketing, banalizzandone il nucleo strategico e l’impatto aziendale.

Se vuoi iniziare a vedere dei risultati significativi è essenziale avere una conoscenza profonda di questa disciplina. Chi lo sottovaluta potrebbe perdersi una grossa fetta di mercato e regalarla ai propri competitor. Per saperne di più dai un’occhiata al nostro articolo sui “4 problemi di marketing digitale più comuni”.

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